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La luce che ha cambiato le regole: il primo semaforo di Milano e la sua rivoluzione stradale

Nel remoto anno 1925, esattamente all'incrocio tra le vie Orefici, Torino e Mazzini a Milano, fu inaugurata un'innovazione destinata a rivoluzionare la circolazione stradale italiana: il primo semaforo.


Questa nuova aggiunta all'architettura urbana non passò certo inosservata, suscitando un misto di incredulità e curiosità tra i milanesi dell'epoca, abituati a spostarsi liberamente per le strade senza l'intromissione di alcun dispositivo di controllo. La novità era così strabiliante che molti pensarono si trattasse di uno scherzo, un pesce d'aprile in anticipo, considerando che all'epoca il traffico veniva principalmente regolato da vigili urbani.


L'entusiasmo suscitato dal nuovo semaforo portò migliaia di persone a radunarsi nei dintorni del Duomo, ansiose di ammirare da vicino questa straordinaria invenzione. Tuttavia, il semaforo, nelle prime fasi, dimostrò di non essere così efficiente come ci si sarebbe aspettato. Paradossalmente, anziché agevolare il flusso veicolare, causò ingorghi e confusione.



I veicoli, invece di continuare a muoversi, rimanevano fermi in attesa dei segnali luminosi, creando code interminabili composte da tram, automobili, carrozze trainate da cavalli, carri, motociclette e biciclette.


Va fatto notare che questo semaforo pionieristico non operava come quelli moderni a cui siamo abituati. Era controllato dai vigili urbani e, a causa dell'incrocio di ben cinque strade, disponeva di altrettante colonne luminose, ciascuna incaricata di regolare il traffico proveniente da una specifica direzione.


Sorprendentemente, il semaforo di quell'epoca disponeva di quattro colori, includendo il bianco insieme ai più familiari rosso, giallo e verde. I segnali luminosi potevano anche combinarsi in diverse modalità: ad esempio, rosso e bianco indicava il via libera ai pedoni ma l'arresto per i veicoli, mentre il giallo e il verde significavano il via libera a tutti i veicoli senza distinzione.


Non sorprende che ci volesse una certa abitudine e pratica prima che i cittadini si familiarizzassero con le sfumature di queste nuove regole del semaforo. Fu solo nel 1960, con l'adozione del nuovo codice della strada, che la sequenza dei tre colori si stabilizzò nell'ordine che conosciamo oggi. Inizialmente, infatti, il verde era posizionato sopra e il rosso sotto, invertendo la posizione attuale.


Curiosamente, alcuni anni fa, l'idea di riportare in auge il celebre primo semaforo d'Italia venne lanciata da UrbanLife, con l'obiettivo di celebrarne il centenario. Tuttavia, nonostante la suggestione e la sua importanza storica, al momento tale iniziativa non è stata ancora realizzata. Ogni volta che incrociamo uno dei numerosi semafori che ormai puntellano le strade di Milano, possiamo riflettere sull'evoluzione urbana che ha trasformato un'innovazione inizialmente controversa in un elemento indispensabile del paesaggio cittadino.

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