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I raschietti di Milano: echi di un passato nobile nelle pietre e nella memoria della Milano antica

Nella vivace e vibrante metropoli di Milano, sotto il luccichio della sua modernità e la vita frenetica, si celano tracce silenziose e quasi dimenticate del passato. Tra queste, ci sono i raschietti per stivali, elementi apparentemente insignificanti che, invece, rivelano un universo di storie e abitudini di un'epoca ormai svanita.


Questi umili pezzi di ferro, che un tempo erano posti ai lati dei portoni di alcune abitazioni storiche, hanno una storia affascinante. Nati dalla necessità di mantenere puliti gli interni delle dimore dai detriti e dal fango delle strade non asfaltate, i raschietti per stivali si trasformarono ben presto in simboli di eleganza e raffinatezza.


Era nella Milano di fine Ottocento e primo Novecento che questi raschietti trovavano il loro spazio, soprattutto in quei quartieri sorti in quel periodo storico. Ma non erano in tutti gli edifici. Erano riservati alle residenze più prestigiose e importanti della città, quasi come un segno di status sociale. I proprietari di tali edifici prestavano particolare attenzione alla manutenzione e alla presentazione delle loro abitazioni, riflettendo il loro riguardo per l'eleganza e l'estetica, oltre che per la funzionalità.


Questo amore per il bello, per l'eleganza unita alla funzionalità, trova una delle sue espressioni più affascinanti in Via Tonale al civico 22.


Qui, incastonati nel contesto di un palazzo costruito nel 1935 su progetto dell’Architetto Pietro della Noce, si trovano due esemplari di raschietti per stivali, simboli silenziosi di un tempo che fu. Il palazzo stesso, con la sua architettura razionalista e la particolarità della sua facciata, è una testimonianza vivente dell'evoluzione storica e architettonica di Milano.


Il design dei raschietti di Via Tonale 22 è arricchito con due riccioli in ferro battuto, che danno all'oggetto un aspetto floreale. Non solo sono un richiamo alla funzionalità quotidiana di un tempo, ma anche una dimostrazione di come l'arte e l'estetica fossero integrati nella vita quotidiana. L'importanza attribuita a tali dettagli dimostra l'attenzione alla qualità e all'eleganza che caratterizzava gli abitanti di queste dimore.



Ogni raschietto racconta una storia di eleganza, di rispetto per l'ambiente domestico e di attenzione al dettaglio. Unisce la raffinatezza dell'estetica all'utilità della funzione, creando una simbiosi perfetta tra bellezza e pratica. Ma sono anche testimoni muti di un'epoca in cui le strade di Milano erano senza bitume, in cui la città stava ancora formandosi, e in cui il rispetto per il proprio ambiente domestico era tanto importante quanto l'ostentazione della propria ricchezza.


Come un'eco di un tempo passato, i raschietti continuano a vivere nel presente, testimoniando le abitudini e i costumi di una Milano che ha saputo evolvere senza mai dimenticare le sue radici. Nonostante la rapida crescita e le molte trasformazioni, la città mantiene un legame solido e tangibile con il suo passato, come si evince dalla presenza di questi raschietti.


Percorrendo le strade di Milano, siamo invitati a osservare non solo l'architettura imponente e le vie trafficate, ma anche i dettagli più piccoli e meno appariscenti.


Ogni raschietto, ogni piccolo pezzo di ferro, è una finestra su un mondo che fu e che ancora risuona nelle strade, nelle case e nelle vite di coloro che amano questa città e la sua storia.


Sono pezzi di un puzzle che ci aiutano a comprendere l'anima di Milano, con la sua eleganza discreta, la sua anima nobile,

la sua attenzione per i dettagli e il suo rispetto per la storia.

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